I 4 guasti più comuni negli hard disk

venerdì 19 febbraio 2016 di Chiara Fumagalli

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Gli hard disk sono uno degli strumenti di storage che, se utilizzati correttamente, possono essere molto resistenti e particolarmente adatti allo storage dei dati personali. Nonostante questo, nei nostri laboratori vediamo ogni giorno con i nostri occhi quanti e quali danni possono subire gli hard disk, con conseguente perdita di dati.

In questo articolo ci soffermeremo sui problemi fisici degli hard disk (HDD) dal momento che le problematiche su questo tipo di tecnologia sono completamente diverse da quelle che si riscontrano su altri dispositivi di storage disponibili sul mercato, come ad esempio i Solid State Drive (SSD).

Let’s get physical, physical

Uno dei più comuni casi di perdita di dati si verifica a livello dell’assemblaggio della testina dove è situato il sistema di lettura e scrittura dei dati. Questa è la sezione più importante del drive, non solo perché è la parte che si muove con maggior velocità  ma anche perché è quella più delicata. Fortunatamente, una delle parti del disco fisso di cui non dobbiamo invece preoccuparci troppo è lo spindle motor. Da quanto vediamo in camera bianca, i produttori di hard disk hanno apportato costanti migliorie e il numero di malfunzionamenti di questa specifica sezione del drive è decisamente diminuito nel corso degli anni. Sfortunatamente, le testine sono dunque le componenti che ancora una volta sono esposte a maggiori rischi. Il braccio della testina si muove sopra al piatto a minima distanza dalla superficie (meno dello spessore di un capello) su cui vengono memorizzati continuamente nuovi dati. Ogni volta che il drive subisce degli urti, cade o viene maneggiato senza cautela, si possono provocare dei danni ai piatti e di conseguenza ai dati. Se ciò accade, il passaggio successivo è quello che viene chiamato crash - ovvero una sorta di graffio sul piatto che può impedire l’accesso ai dati.

È elettrizzante

I drive possono subire anche danni di tipo elettronico. I picchi di tensione nel voltaggio possono essere trasferiti ai media magnetici sui piatti attraverso il circuito stampato dell’HDD (PCB) e in seguito anche sulle testine, provocando un danno magnetico conosciuto anche come corruzione del media.

Pronti per un tuffo?

Un altro danno riscontrato sugli hard disk è quello provocato dall'acqua. Gli HDD presentano un piccolo foro di sfogo con un filtro che ha il compito di equilibrare la pressione interna rispetto a quella esterna al drive. Ciò significa che se un disco viene immerso o lasciato in acqua per pochi secondi, normalmente non dovrebbero verificarsi grossi problemi. Se invece il drive viene lasciato immerso nell’acqua per lungo tempo, il liquido può entrare nel disco poiché questo, per sua progettazione, non è completamente sigillato.

È un “disco inferno”

Un’altra tipologia di danno di natura fisica che spesso vediamo sull’hard disk è dovuto al fuoco. Mentre una breve esposizione a temperature di 100° non dovrebbe causare grossi danni, un’esposizione più lunga a temperature più alte (fino a 200°) potrebbe provocare una corruzione dei dati. Un’esposizione a 300° e oltre può far saltare la saldatura delle connessioni elettroniche e, dato che gli HDD e i piatti sono fatti di alluminio, questi si potrebbero deformare.

Un altro problema legato ai danni provocati dal fuoco che viene spesso trascurato è il fatto che i vigili del fuoco utilizzano acqua fredda per spegnere l’incendio: questo non solo provocherà una serie di danni causati dall'acqua ma lo sbalzo termico potrebbe provocare ulteriori deformazioni del drive aumentandone quindi i danni.

Game over?

È possibile recuperare i dati da un HD che ha subito questo genere di danni? Fortunatamente sì, ma avrete bisogno di un esperto che sappia come effettuare il restore senza rischiare di provocare ulteriori e forse irreparabili problemi.

Ci sono diversi fattori che possono influenzare le chance di recupero.  Il risultato di un intervento di data recovery dipende ad esempio dalle dimensioni e dal livello di gravità del crash. Alcune volte l’elettronica stessa potrebbe essere danneggiata ma, una volta sistemata, il drive potrebbe essere ancora in condizioni soddisfacenti a consentire il recupero dei dati. Un altro fattore critico per la buon riuscita di un intervento di data recovery è anche la durata dell’esposizione del disco al fuoco o all'acqua. In caso di danni provocati dal fuoco, possiamo dire che nell’80% dei casi si arriva ad un recupero, poiché i problemi sono provocati generalmente soltanto dall'esposizione al fumo e, con i giusti strumenti, possono essere gestiti consentendo l’estrazione dei dati.

È importante ricordare che i laptop e i desktop tendono a proteggere di più i drive, dato che ci vuole più tempo prima che gli agenti esterni raggiungano il disco, garantendo quindi ai dati più chance di essere di recuperati.

Quindi cos'è normale?

Tutti i drive perfettamente funzionanti dovrebbero essere abbastanza silenziosi. Qualsiasi rumore anomalo, come dei clic o dei ticchettii sono segnali di un drive danneggiato. In questo caso smettete subito di utilizzare il disco per impedire un’ulteriore perdita di dati.

Il lato positivo

Non tutto è negativo con gli hard disk. Sulla base dei dischi che arrivano da noi in camera bianca con una certa regolarità possiamo dire che gli HDD stanno migliorando a livello di progettazione dato che il numero di crash sta diminuendo.

Sebbene sia inevitabile che possano verificarsi dei guasti, possiamo dire che gli HDD sono affidabili tanto quanto gli altri dispositivi sul mercato e sono ancora uno dei migliori supporti per le necessità di storage.

Siete d’accordo? No? Lasciate un commento qui sotto.

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